Un asteroide potrebbe colpire la Luna: "Rischi per satelliti e astronauti"

L'asteroide 2024 YR4, scoperto alla fine dello scorso anno, ha fatto tremare non poco gli astrofisici, quando la sua probabilità di colpire la Terra, nel 2032, ha raggiunto stime inedite. Raffinando i calcoli, l'allarme poi è rientrato. Ci passerà incredibilmente vicino però, tanto da avere qualche chance di colpire la Luna. Pericolo scampato dunque? Non proprio, visto che potrebbero esserci conseguenze, anche serie, per noi che abitiamo poco distante. È il risultato di un nuovo studio, firmato da astrofisici canadesi, che arrivano a una conclusione: un futuro scudo per proteggere la Terra, cioè noi stessi, dagli asteroidi, dovrebbe essere esteso anche alla Luna.
Quando si parla di difesa planetaria si fa sempre riferimento al possibile impatto di un asteroide contro il nostro Pianeta. Uno abbastanza massiccio potrebbe causare danni ingenti a una città, a una regione o a un intero paese. Ed è accaduto, rare volte per fortuna, che uno di questi, del diametro di dieci chilometri, innescasse una estinzione di massa. Sulla Luna non abita (ancora) nessuno, ma un evento potente lassù non può non avere influenza anche qui.
Se 2024 YR4 colpisse la LunaCi sono 4 probabilità su 100 che 2024 YR4 colpisca la Luna. Possono sembrare poche, ma in questi contesti sono un'enormità. L'impatto sarebbe molto energetico, tanto da cambiare la morfologia del nostro satellite naturale. Ha un diametro stimato di circa 60 metri, è piccolo, ma piombando sulla Luna a una velocità di circa 13 chilometri al secondo "libererebbe 6,5 Megatoni di energia (circa 400 volte la potenza della bomba sganciata su Hiroshima ndr) e produrrebbe un cratere di circa 1 km di diametro [...] un impatto del genere potrebbe liberare fino a 108 kg (centomila tonnellate ndr) di materiale lunare" che potrebbero superare la velocità di fuga, sottolineano gli studiosi. E parte di questi potrebbe finire dalle nostre parti.

Gli autori dello studio, non ancora sottoposto a peer review (il preprint, pubblicato la scorsa settimana sul database arXiv, è stato presentato all'Astrophysical Journal Letters), stimano che il 10 per cento di tutte queste rocce, polveri e frammenti, potrebbero raggiungere la Terra nel giro di pochi giorni. E qui, fare danni. Esiste già una simulazione di dove potrebbe colpire, lungo uno stretto corridoio che percorre buona parte della faccia a noi esposta della Luna, nell'emisfero meridionale.
Allerta per satelliti e astronautiNon si accennano a rischi per noi, che siamo protetti dalla nostra atmosfera. Piuttosto, saranno a repentaglio gli astronauti che lavorano nelle stazioni spaziali. Nel 2032 non ci sarà più probabilmente la Stazione spaziale internazionale (Iss), la cui fine è prevista per il 2030, ma dovrebbe permanere la cinese Tiangong, potrebbe esserci una stazione spaziale indiana, e tutte quelle stazioni spaziali private, commerciali, che si iniziano a progettare e costruire in questi anni. Non ultima, quella di Axiom, i cui ambienti stanno prendendo forma a Torino. E poi i satelliti che abbiamo in orbita (e che nel 2032 dovrebbero essere molte migliaia più di adesso). Satelliti da cui dipendiamo per la vita di tutti i giorni per la navigazione, le comunicazioni, il meteo e la gestione del territorio.
Anche piccoli frammenti di pochi millimetri, espulsi dal violento scontro dell'asteroide con la Luna, viaggiando a velocità dell'ordine di chilometri al secondo, decine di migliaia di chilometri all'ora, sarebbero proiettili che potrebbero creare falle negli ambienti pressurizzati e costringere gli astronauti a un rientro di emergenza, o, peggio, bucare le tute e i sistemi vitali quelli impegnati in operazioni al di fuori degli avamposti. I team di gestione dovrebbero programmare manovre straordinarie per evitare i detriti, con dispendio tempo, denaro e carburante. Si ridurrebbe la vita operativa dei satelliti. Nessuna regione sarà risparmiata, "data la vastissima area esposta totale dei satelliti entro il 2032, è possibile che l'intera flotta di satelliti subisca centinaia o migliaia di impatti da detriti di dimensioni millimetriche espulsi da un impatto lunare del 2024 YR4 - si legge nel paper - tali impatti possono danneggiare i satelliti, ma, generalmente, sono abbastanza piccoli da non interrompere le missioni attive o causare rotture".

A rischio ci sono quindi i satelliti geostazionari (come quelli meteo, per broadcast tv e comunicazioni), in orbita media (per il geoposizionamento) e in orbita bassa dove orbita la maggioranza dei dispositivi, comprese le stazioni spaziali. Non solo. Nel 2032 l'umanità dovrebbe almeno aver iniziato le operazioni per una presenza più o meno stabile sulla Luna stessa. La nuvola di detriti sollevata dall'impatto di 2024 YR4 potrebbe interessare quindi innanzi tutto i satelliti in orbita lunare, quelli a servizio dell'esplorazione del suolo selenico. Ma la Luna, a differenza della Terra, non possiede un'atmosfera, uno scudo capace di frantumare con l'attrito dell'aria le particelle più piccole, come accade con le meteore che accendono lo spettacolo delle stelle cadenti. Molti frammenti, ricadendo sulla Luna, potrebbero danneggiare gli habitat artificiali posizionati per accogliere gli astronauti, i mezzi e i robot, gli astronauti stessi in missione.
È una preoccupazione che si aggiunge a quella per gli space debris, detriti e spazzatura spaziale, lasciata dalle attività umane in orbita. Che già è un problema di difficile soluzione, e che, con l'incremento dei lanci e delle probabilità di impatto, è destinato ad aggravarsi. L'unico aspetto positivo di tutta la faccenda è quello che riguarda proprio lo sciame di stelle cadenti, un fenomeno che si innesca quando la Terra attraversa nuvole di polveri lasciate dal passaggio di una qualche cometa. Dopo un eventuale impatto di 2024 YR4, lo show sarebbe assicurato, perché avremmo miliardi di nuovi frammenti destinati a diventare meteore che solcano il nostro cielo. Peccato che, a quelli naturali, potrebbero aggiungersi "fuochi artificiali", quelli dei satelliti fatti a pezzi mentre precipitano in atmosfera.
Una difesa planetaria anche per la Luna?Wiegert e i colleghi suggeriscono una cosa interessante, mai presa in considerazione finora: "La nostra analisi evidenzia che i problemi di difesa planetaria vanno oltre gli effetti degli impatti sulla superficie terrestre. Gli impatti sulla Luna possono generare particelle che possono interferire con i satelliti in orbita terrestre bassa". Nel 2022 Dart, una sonda della Nasa usata come un proiettile, ha colpito un piccolo asteroide (Dimorphos, la minuscola luna del più massiccio Didymos) e, per la prima volta nella storia dell'uomo, ha deviato, intenzionalmente e in maniera misurabile, la traiettoria di un corpo celeste. È stata la prima parte di un test per capire se abbiamo le capacità di spingere via una possibile minaccia prima che ci piombi addosso.
Decollata nel 2024, la sonda Hera dell'Agenzia spaziale europea è ora in viaggio per andare a studiare Didymos e Dimorphos da vicino, per misurare e analizzare le conseguenze dell'impatto e fornire così agli scienziati i parametri per studiare un sistema per evitarci, come si dice, la fine che fecero i dinosauri. Ma alla luce dei danni che potrebbe fare anche un asteroide piccolo come 2024 YR4, gli autori canadesi della ricerca sostengono, in definitiva, che proteggere la Luna singifica anche proteggere la nostra vita, com'è ora: "Le considerazioni sulla difesa planetaria dovrebbero essere estese allo spazio cis-lunare e non limitarsi esclusivamente allo spazio vicino alla Terra".
La Repubblica